La psicosomatica è quell’ambito della medicina e psicologia che riguarda l’interazione mente-corpo, come due entità inscindibili, che operano in modo simultaneo e si influenzano a vicenda.
Inizialmente nello sviluppo dell’individuo esiste solo il soma, ovvero quell’insieme di sensazioni e vissuti corporei, che l’individuo percepisce, ma che deve poter integrare grazie alla psiche.
La psiche però si forma successivamente e va ad “insediarsi” nel soma in maniera progressiva, grazie all’interazione sana e costante con la figura materna.
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È proprio il rapporto dell’infante con la madre che dovrebbe creare delle basi solide e sane per lo sviluppo futuro di tutte quei vissuti che partono dal corpo ma che devono essere integrati nella personalità grazie alla psiche.
È questa la fase dei primi mesi di vita, la fase di dipendenza totale dall’accudimento materno, il bambino ha bisogno di costanza nel tempo e nello spazio di queste cure, per poter imparare ad autoregolarsi man mano che cresce. La psiche in questo modo diventa capace di integrare le emozioni, di cui può maturare consapevolezza.
La madre fa da specchio all’infante di tutto ciò che egli sente, ma il suo non è un solo rimandare gli stati fisici o emotivi del momento, la sua è una vera e propria funzione contenitrice dei profondi sentimenti di angoscia che il bambino così piccolo spesso prova quand’è in preda ai morsi della fame o quando avverte gli spasmi delle colichette.
Offrendo il suo seno, cullandolo, e tenendolo in braccio, parlandogli in modo rassicurante, la mamma riesce dare questo tipo di contenimento, quello di cui il bambino ha davvero bisogno e dal quale può far nascere la base della sua psiche immatura.
Nel caso in cui questi primi accudimenti non avvengano in modo costante nel tempo, e in modo anche adeguato, psiche e soma si separano, le emozioni non vengono più integrate e l’individuo come risorsa estrema deve ricorrere a spostare sul corpo alcuni conflitti, che non è in grado di risolvere altrimenti, e che danno luogo a tutta una serie di problematiche, inerenti i cosiddetti organi bersaglio.
Frequentemente si va a somatizzare sugli organi più sensibili, quelli che meglio di qualunque altra zona del corpo possono sfogare il conflitto di natura inconscia. Spesso è la pelle, che sfoga con dermatiti o herpes di vario tipo, oppure l’apparato gastro enterico, con infiammazioni di varia natura, o blocchi di vario tipo.
Conflitti di origine sessuale possono causare problematiche di fertilità, ripercuotersi sul ciclo femminile, oppure sfogare sull’apparato riproduttivo.
Anche molti tumori hanno origine psicosomatica e sono fortemente correlati con stati ansioso-depressivi.
Problemi di balbuzie o alopecia possono rientrare sempre nell’ambito di questa disciplina, così come tutta una serie di problematiche inerenti il linguaggio, la mimica facciale (tic), la memoria e l’apprendimento.
Come linea generale di intervento di solito è consigliabile rivolgersi ad un medico specialista nell’ambito coinvolto, che sia però affiancato dalla figura dello psicologo, questo è indispensabile, perché mentre il primo si fa carico della parte inerente il corpo, il secondo deve aiutare il paziente a reintegrare la psiche, quindi le emozioni che a livello inconscio sono state separate da traumi infantili. Solo in questo modo è possibile che il paziente guarisca davvero e senza avere recidive nel tempo.
Ciò che caratterizza i pazienti affetti da una problematica di natura psicosomatica è l’alessitimia, una seria difficoltà a riconoscere le emozioni, a distinguerle nel momento in cui si presentano, per questa ragione l’aiuto dello psicologo è richiesto per riuscire a discriminare lo spettro emotivo all’inizio, e poi per essere in grado di trasformare le emozioni in sentimenti, attraverso una rielaborazione profonda e il raggiungimento di un livello di consapevolezza nuovo.
Per maggiori informazioni potete contattare la Dott.ssa Agnese Borghini scrivendo nel form di contatto
Psicologa, Psicoterapeuta presso il Centro Stella Maris, sito in Roma.